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Madri di Quartiere

Il Progetto “Madri di Quartiere”, finanziato con i fondi di ITI Sassari Storica, ha aiutato un gruppo di donne, residenti nel centro storico di Sassari, a confrontarsi e a interagire con gli attori istituzionali locali (sanità, scuola, privato sociale, etc.) assumendo un ruolo attivo nella creazione di nuovi canali di comunicazione e di reti tra cittadini e soggetti pubblici e privati. 

In particolare, con il progetto si è voluto formare una nuova figura, la Madre di Quartiere, che ha svolto il ruolo di cerniera tra la rete territoriale dei servizi e le comunità etniche e locale, con importanti ricadute sulla popolazione in termini di prevenzione e riduzione della cronicizzazione del disagio socio-culturale.

Nel 2020 il Comune di Sassari ha scommesso su un gruppo eterogeneo di donne di nazionalità diverse, provenienti dal Senegal, Italia, Marocco, Nigeria, Brasile che debitamente formate fossero in grado di svolgere un ruolo di sentinella dei bisogni del quartiere del centro storico nonché cerniera tra le comunità straniere, autoctone residenti e il sistema dei servizi territoriali.

Il percorso formativo e laboratoriale rivolto alle donne, preludio all’esperienza sul campo, voleva essere indicatore di qualità dell’offerta e tutela di chiunque avesse il piacere di incontrarle; un interfaccia con le persone, conseguente all’adozione di un approccio delicato e rispettoso del background culturale e sociale di ciascuno.

Sono 8 le donne che hanno concluso il percorso: Hinda, Luciana, Francisca, Emanuela, Khoudia, Helen, Rita, Omaima. Donne fortemente motivate a svolgere il ruolo di antenna informale sul territorio; ad aiutare i servizi ad intercettare le persone che incontrano, contestualmente gli abitanti del quartiere del Centro Storico che hanno bisogno di informazioni e supporto nell’individuare il servizio più opportuno.

Al momento danno il proprio contributo con immensa passione, cura e professionalità alla comunità dove vivono, all’interno di alcune Associazioni del territorio con la speranza che nel prossimo futuro il gruppo delle attuali otto donne possa costituirsi in Associazione, con un effetto moltiplicatore del numero di adesioni, in grado di rivitalizzare un territorio, oggi purtroppo noto alle cronache solo per il disagio e il malessere. Il coraggio di queste donne che resistono e investono il proprio tempo e le proprie energie è un segnale di un inizio d’inversione di rotta.

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